La cicatrizzazione è un fenomeno complesso finalizzato a riparare il danno prodotto da un agente lesivo che interrompe la continuità del rivestimento cutaneo.
Consta di quattro fasi che complessivamente durano fino a 2 anni (molto di più di quanto tutti pensano!).
Prima fase: emostasi (arresto del sanguinamento), dura alcuni minuti, è guidata dalle piastrine con accumulo di fibrina.
Seconda fase: infiammazione, dura 3-7 gg, ha lo scopo di detergere e disinfettare i tessuti.
Terza fase: proliferativa, dura 7-15 gg, in questa fase si forma il tessuto di granulazione, serve a chiudere la ferita.
Quarta fase: maturazione e rimodellamento, durata 6-24 mesi, integra il tessuto cicatriziale nella sede di lesione.
Ci sono molti fattori che influenzano il processo di cicatrizzazione.
Una corretta tecnica chirurgica è molto importante al fine di ottenere cicatrici esteticamente valide. L’orientamento del taglio, la profondità, la tecnica di sutura sono tutti aspetti significativi. La parte del corpo in cui viene eseguito l’intervento (alcune sedi cicatrizzano molto meglio di altre). L’età del paziente e le sue condizioni cliniche. Infezioni della ferita, medicazioni scorrette, disturbi circolatori, diabete, assunzione di farmaci immunosoppressori o antimetabolici sono tutti fattori che interferiscono con una corretta cicatrizzazione. Ultimo ma non meno importante è la predisposizione costituzionale.
Talvolta le cicatrici possono assumere un aspetto esuberante, colore arrossato e consistenza dura, in questi casi si parla di cicatrice ipertrofica o cheloidi. Al fine di prevenire la pigmentazione delle cicatrici è molto importante non esporsi al sole ed applicare scermi solari ad alto fattore di protezione.