Asportazione di neoformazioni cutanee
Con il termina neoformazione cutanea si intende genericamente qualsiasi crescita spontanea sia di natura benigna che maligna. E’ compito del dermatologo riconoscerle e consigliare al paziente l’approccio più adeguato.
Quelle benigne sono estremamente diffuse ed è molto probabile che ognono di noi ne sviluppi qualcuna nel corso della vita. Le più frequenti sono cheratosi seborroiche, fibromi, angiomi e cisti.
Quelle maligne sono denominate epiteliomi. Quest’ultimi sono carcinomi che derivano dai chertinociti, le cellule che compongono lo strato più superficiale della cute.
Il più frequente è il carcinoma basocellulare. Questo tumore non è pericoloso per la vita del paziente in quanto solo molto raramente produce metastasi. Se non curato prò è in grado di invadere i tessuti circostanti e col tempo raggiungere grandi dimensioni costringendo ad asportazioni con esiti estetici sgradevoli.
Il carcinoma spinocellulare invece è potenzialmente più grave e può metastatizzare soprattutto ai linfonodi. Se però diagnosticato ed asportato tempestivamente la maggior parte dei casi guarisce.
Le asportazioni cutanee vengono eseguite in anestesia locale. Sono indolore ad accezione dell’infiltrazione dell’anestetico che provoca una sensazione lieve di bruciore. A seconda della sede e dimensione della lesione asportata vengono posizionati punti di sutura che devono essere rimossi dopo un tempo variabile da 1 a 3 settimane. Il paziente deve medicare la ferita ogni 24-48 h con disinfettanti e cerotti medicati. Dopo l’intevento il paziente può riprendere le sue attività quotidiane, deve però evitare di bagnare la ferita e sottoporsi ad attività fisiche intense.
Diatermocoagulazione
La diatermocoagulazione è una tecnica utilizzata per l’asportazione di piccole neoformazioni cutanee benigne come verruche, fibromi, angiomi, cheratosi seborroiche. Essa si basa sull’applicazionedi corrente elettrica ad alta frequenza in grado di tagliare e cicatrizzare l’epidermide. Lo strumento che viene utilizzato concentra la corrente elettrica su un piccolo catodo che viene messo a contatto con la zona da trattare; l’anodo (piastra), di più grandi dimensioni, viene invece messo a contatto con un’altra parte del corpo per far sì che la corrente elettrica possa scorrere.
La diatermocoagulazione non è una tecnica indolore ed è opportuno il ricorso all’anestesia locale; si tratta comunque di un’operazione piuttosto rapida e priva di controindicazioni importanti. Dopo l’intervento è necessario medicare la lesione con soluzioni disinfettanti, creme riparatrici e cerotti medicati al fine di prevenire infezioni secondarie.
La guarigione richiede da 1 a 3 settimane a seconda della sede e dal tipo di neoformazione trattata. In alcuni casi, dopo l’intervento si possono verificare alcune complicazioni di poco conto quali l’ipercromia o l’ipocromia della zona sottoposta a trattamento. Più serio il caso di formazione di cicatrici cheloide, un’evenienza che comunque è particolarmente rara. È comunque di fondamentale importanza affidarsi a un dermatologo di provata esperienza in questo tipo di terapia.
Cicatrizzazione
La cicatrizzazione è un fenomeno complesso finalizzato a riparare il danno prodotto da un agente lesivo che interrompe la continuità del rivestimento cutaneo.
Consta di quattro fasi che complessivamente durano fino a 2 anni (molto di più di quanto tutti pensano!).
Prima fase: emostasi (arresto del sanguinamento), dura alcuni minuti, è guidata dalle piastrine con accumulo di fibrina.
Seconda fase: infiammazione, dura 3-7 gg, ha lo scopo di detergere e disinfettare i tessuti.
Terza fase: proliferativa, dura 7-15 gg, in questa fase si forma il tessuto di granulazione, serve a chiudere la ferita.
Quarta fase: maturazione e rimodellamento, durata 6-24 mesi, integra il tessuto cicatriziale nella sede di lesione.
Ci sono molti fattori che influenzano il processo di cicatrizzazione.
Una corretta tecnica chirurgica è molto importante al fine di ottenere cicatrici esteticamente valide. L’orientamento del taglio, la profondità, la tecnica di sutura sono tutti aspetti significativi. La parte del corpo in cui viene eseguito l’intervento (alcune sedi cicatrizzano molto meglio di altre). L’età del paziente e le sue condizioni cliniche. Infezioni della ferita, medicazioni scorrette, disturbi circolatori, diabete, assunzione di farmaci immunosoppressori o antimetabolici sono tutti fattori che interferiscono con una corretta cicatrizzazione. Ultimo ma non meno importante è la predisposizione costituzionale.
Talvolta le cicatrici possono assumere un aspetto esuberante, colore arrossato e consistenza dura, in questi casi si parla di cicatrice ipertrofica o cheloidi. Al fine di prevenire la pigmentazione delle cicatrici è molto importante non esporsi al sole ed applicare scermi solari ad alto fattore di protezione.